Qualche sera fa, di ritorno dall’ormai consueta sessione di yoga serale, riflettevo sul fatto che giugno è sempre stato il mio mese preferito. Ho accostato dietro di me la pesante porta dell’edificio e, mentre la mia mente era rivolta a tutt’altro, ho alzato lo sguardo e non ho potuto fare a meno di soffermarmi ad assaporare quel momento. Sono rimasta profondamente ammagliata da quel cielo nelle sfumature del blu con bagliori aranciati all’orizzonte a ovest tipici del crepuscolo, dalla temperatura gradevole che invitava a stare all’aperto, dalla brezza calda e dal profumo di lavanda che si diffondeva nell’aria. Bene, in quel preciso istante ho provato una strana e radicata sensazione di appartenenza, come se tutto questo fosse casa mia.
Giugno è un susseguirsi di giornate piene di luce, diretta e intensa durante il giorno, che assume vividi toni dell’oro all’approssimarsi del tramonto. Spesso, quando guido a quell’ora, mi capita di fermarmi lungo la strada ad osservare compiaciuta il filtrare della luce attraverso gli alberi e il modo in cui essa irradia i campi di grano che tappezzano la campagna emiliana. Di questo mese riesco perfino ad amare anche l’inquietudine dei temporali estivi in tutta la loro tumultuosa intensità.
Ho inoltre sempre associato al mese di giugno qualcosa di magico, forse perché è il mese del mio compleanno e quello del solstizio d’estate. O perchè statisticamente è uno dei due periodi dell’anno in cui mi succedono cose incredibilmente belle. O, ancora, perché sono nata il giorno di San Giovanni Battista e un po’ tutte quelle leggende sulla notte delle streghe, i riti pagani e le tradizioni popolari legati all’acqua e al fuoco, al Sole che si sposa con la Luna, mi hanno sempre affascinata. Magari anche troppo.
Giugno è anche il mese della ciliegia. Frutto che a casa mia non manca mai e che, quando posso, vado ad acquistare direttamente da un produttore posto tra Monteveglio e Savigno. Ad essere sincera le ciliegie sono un pretesto per fare un giro tra le sinuose colline della Valsamoggia, ma soprattutto per andare a pranzo in una delle mie trattorie del cuore della zona.
Ho deciso di celebrare la ciliegia con questa cherry pie: la classica crostata americana alle ciliegie diventata celebre da queste parti anche grazie alla serie tv Twin Peaks. Questo dolce, servito al Double R Diner, era infatti il preferito dall’agente dell’FBI Dale Cooper.
Il suo guscio è composto da una pasta brisée molto burrosa e volutamente quasi neutra (quindi molto poco zuccherata) che ha la funzione di mettere in evidenza tutta la mestosità, e diciamolo, anche la dolcezza, del suo ripieno: quasi solo ciliegie in purezza, fatte appena saltare in padella in modo da far fuoriuscire, per poi addensare tramite amido di mais, i propri succhi. Io ho aggiunto cannella, vaniglia e Maraschino. Che la portiate in tavola tiepida o fredda, è semplicemente perfetta con una pallina, ma anche due, di gelato alla vaniglia.

Cherry pie alla cannella
Ingredienti:
per la pasta brisée:
- 370 g di farina 00
- 200 g di burro leggermente salato freddo
- 5-7 cucchiai di acqua ghiacciata
- 2 cucchiai di zucchero semolato
per il ripieno:
- 900 g di ciliegie
- 100 g di zucchero semolato
- 1 cucchiaio di liquore Maraschino
- 1/2 bacca di vaniglia
- cannella in polvere qb
- il succo di 1 limone filtrato
- 2 cucchiai di amido di mais
per la finitura:
- 1 uovo
- 1 cucchiaio d'acqua
- zucchero di canna qb
Come fare la cherry pie:
- Per il ripieno: tagliate le ciliegie a metà e denocciolatele. Raccoglietele in una casseruola antiaderente con lo zucchero, il Maraschino, la cannella e i semi di vaniglia. Mescolate e ponete sul fuoco per circa 5-8 minuti, o comunque fino a quando le ciliegie inizieranno a rilasciare il loro succo. A questo punto unite a filo il succo di limone in cui avrete stemperato l'amido di mais. Girate e lasciate addensare, saranno necessari pochi minuti. Ritirate e fate raffreddare.
- Nel frattempo preparate la pasta brisée: nella ciotola della planetaria lavorate lo zucchero, la farina e il burro molto freddo tagliato a cubetti utilizzando la frusta K a bassa velocità. Aggiungete, poca alla volta, l'acqua ghiacciata con la scorza di limone grattugiata e impastate velocemente fino a ottenere un impasto omogeneo. Formate un panetto, avvolgetelo nella pellicola alimentare e ponetelo in frigorifero per almeno 30 minuti.
- Stendete un po' più della metà dell'impasto su una spianatoia appena infarinata con il mattarello fino ad arrivare allo spessore di 5 mm. Ponete la sfoglia all'interno di uno stampo da 24 cm di diametro imburrato in modo da ricoprire sia la base che i bordi e mettete in frigorifero mentre stendete la parte di impasto restante sempre al medesimo spessore.
- Ricavate delle strisce di 1 e 3 cm con una rotella tagliapasta. Prelevate la tortiera dal frigorifero, bucherellatene la base con i rebbi di una forchetta e poneteci all'interno il ripieno alle ciliegie. Livellate e con le strisce di brisée preparate formate una griglia alternando quelle da 1 cm a quelle da 3 cm.
- Spennellate il tutto con l'uovo sbattuto insieme all'acqua e spolverizzate con lo zucchero di canna. Cuocete nella parte bassa del forno già caldo a 200° per 10 minuti, poi per altri 45-50 minuti a 175° nella parte media. Sfornate e fate raffreddare completamente prima di servire.
Questo week end farò la cherry piè secondo la tua ricetta!
@ Dario: che bello! Fammi sapere se ti va se ti è piaciuta!