Crema fritta

L’ultima volta che l’ho assaggiata, ok forse non proprio l’ultima, è stata in occasione di una festa importante. Una domenica speciale, di quelle passate attorno ad un tavolo ad intrecciare e ascoltare nuove e vecchie storie di famiglia, con un sottofondo di piatti della tradizione, quella vera di casa.

Ricordo che ad un certo punto, a fine pasto, un piatto in particolare ha fatto bella mostra di sé in eleganti pirofiline bianche: era lei, la crema fritta, servita insieme alla mia felicità. Piccoli rombi o quadratini dalla crosta fragrante e dall’interno morbido, dal lieve retrogusto di limone, che sono capaci di risvegliare in me i più reconditi ricordi proustiani. La classica pietanza che non si fa in tempo a cuocere e a cospargere di zucchero a velo, che in breve tempo, chissà per quale motivo, sparisce nel silenzio generale tra molte bocche piene.

Per farla breve, da quel momento non ho più smesso di pensare ad altro per giorni e giorni.

Si tratta di piccole dolcezze che hanno accompagnato la mia infanzia, spesso nelle occasioni importanti, molto comuni in alcune zone d’Italia e che nella mia terra appartengono al gran fritto misto alla bolognese, il cui nome è già da solo sinonimo di opulenza, di generosità. Questa preparazione, solennemente decretata dall’Accademia Italiana della Cucina e depositata con atto notarile presso la Camera di Commercio di Bologna, oltre a carni di vario tipo, comprende formaggi, verdure (zucchine, carciofi, cavolfiori, funghi, ecc.) e frutta (una menzione particolare va alle mele, da provare), tutto rigorosamente fritto.

Per la ricetta, facilissima, non sono andata a scomodare chissà quale pasticciere dal nome altisonante, ho semplicemente attinto da uno dei quaderni di famiglia. Prima di procedere è bene tenere a mente che per ottenere un buon risultato è consigliabile preparare la crema con un giorno di anticipo, in modo che sia poi più facile tagliarla per poi panarla (solo ed esclusivamente con pangrattato e albume) e friggerla.

crema fritta 1

Crema fritta

La crema fritta è una ricetta tradizionale bolognese che viene comunemente preparata sia come antipasto che come dessert
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Preparazione: 20 minuti
Cottura: 50 minuti
Tempo di riposo: 12 ore
Porzioni: 6 persone
Chef: Sara Querzola

Ingredienti per 6 persone:

  • 1/2 litro di latte intero
  • 2 uova
  • 1 tuorlo
  • 100 g di zucchero semolato
  • 90 g di farina
  • la scorza di 1 limone
  • 1/4 di bacca di vaniglia

inoltre:

  • 2 albumi
  • 150 g circa di pangrattato fine
  • olio di semi di arachide per friggere

Come preparare la crema fritta:

  • Fai scaldare il latte con la scorza di limone e la vaniglia incisa longitudinalmente in una casseruola a fiamma moderata. In una ciotola sbatti le uova e il tuorlo prima da soli, poi con lo zucchero fino ad ottenere un composto biancastro. Aggiungi la farina, versando a filo un mestolo di latte caldo prima che sia giunto al bollore, lasciando sul fuoco il restante. Unisci anche quest'ultimo, sempre a filo e avendo cura di eliminare scorza di limone e vaniglia, quindi mescola per amalgamare. Rimetti sul fuoco, a fiamma bassa, e fai cuocere fino a quando otterrai una crema densa.
  • Ungi una teglia rettangolare con poco olio di semi, quindi versa la crema e livella con un cucchiaio. La crema dovrà avere uno spessore di 1,5 cm. Fai raffreddare a temperatura ambiente e poi in frigorifero per una notte.
  • Il giorno seguente taglia la crema a cubetti o losanghe, passala prima nell'albume che avrai sbattuto in un piatto, poi nel pangrattato. Procedi in questo modo fino ad esaurimento dei quadratini di crema, che disporrai su di un vassoio cosparso con altro pangrattato. Friggili in abbondante olio di arachide ben caldo.
Hai provato questa ricetta?Scatta una foto e condividila taggando @fiordifrolla in modo che io la possa vedere. La ricondividerò nelle mie stories!



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17 commenti su “Crema fritta”

  1. Ciao! Volevo ringraziarti per questa meravigliosa ricetta, è anche un mio ricordo d’infanzia, andavo all’asilo e nel panificio.pasticceria a fianco la facevano tutti i giorni, quanta ne ho mangiata! Finalmente ora posso farla in casa e riassaporarla con la mia famiglia. A presto

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  2. Ecco, se non fossi una frana con i fritti (mia prima prova, anni fa: frittelle di mele. Olio a 13182739182731°C. La prima mela è uscita nera, con un fumo allucinante :D) e se poi non mi puzzasse tutta la casa, allora proverei all’istante questa delizia! Per ora mi sa che mi tocca accontentarmi di guardarla in schermo.. :D

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  3. Anche nelle Marche ai preparano i cremini. Li ho assaggiati ad Ascoli Piceno e devo dire che sono davvero deliziosi e particolari insieme a verdure, olive e fettine. Quel sapore che non ti aspetti e ti attende in incognito.

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  4. Mamma mia!! Che gola! E che voglia di farla!
    Sei sempre brava!
    Nel caso volessi provare, vorrei chiederti 2 cose:
    la misura della teglia per questo impasto qual’è?
    Vanno mangiati caldi ovviamente vero?
    Quindi si drovrebbe friggere al momento…
    Un grande abbraccio e un salutone dalle Dolomiti!!

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  5. Io sono convinto che i quadernoni di famiglia contengano le ricette migliori: quelle del cuore.
    Non saranno esecuzioni perfette, non avranno un bilanciamento ottimale, ma hanno quel sapore che, quando ce l’hai in bocca, ti fa dire: sono a casa.
    Un abbraccio Leo

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  6. grazie per questa e anche per le altre ricette che condividi generosamente! mi sembra una vera delizia. una domanda: parli di frutta fritta, tipo mele e cos’altro? e la panatura è la stessa, solo albume o c’è un altro procedimento? grazie ancora

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  7. Sono originario di Ferrara e ricordo sempre che mia nonna Adele mi preparava la crema fritta di contorno alla gallina, prima lessata e poi passata con rosmarino e aglio, e con le patate fritte. Ci andavo matto per questo secondo. Noi la crema fritta l’abbiamo sempre fatta e mangiata con il salato. Meno male che ho trovato questa ricetta, grazie.

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  8. Ciao ……volevo sapere se la crema fritta la si può mangiare il giorno dopo……grazie in anticipo…….complimenti per il blog……..ciao

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  9. Nonna, zia e mamma la facevano spessissimo per noi piccoli, e in tutti i panifici e “biavarol” di venezia non mancava mai!! Stupenda

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