Tardiva sì, perché ormai l’epoca della vendemmia è bella che finita. Io però sono riuscita a trovare ancora un po’ di uva da vino, adesso vi racconto come ;)
Vi ricorderete che da poco sono stata in Toscana, nel bolgherese per intenderci (ah non mi sono dimenticata il post con le foto eh, ci sto lavorando ancora un po’ su, ma arriverà promesso). Bene, in una di quelle giornate è successo che siamo andati a visitare la cantina di un noto produttore di vino della zona: Michele Satta. Ed è stato proprio in quell’occasione che, durante la spiegazione relativa ai vitigni e alle forme di allevamento utilizzate, ho notato dei bellissimi grappoli di uva nera ad acini piccoli ancora attaccati ai tralci. Grappoli che sono, per così dire, lo scarto della vendemmia, mi è stato detto, e che erano lì a disposizione dei cosiddetti “spigolatori”, ovvero persone della zona che li raccolgono per preparare confetture e confezionare dolci. Potevo non chiedere se fosse, così per caso, possibile averne un pochino da portare a casa? Ovviamente no, e da lì alla preparazione di questa schiacciata con l’uva il passo è stato breve.
Premetto che non ho mai avuto il piacere di mangiare la schiacciata (o forse dovrei dire “stiacciata”), quella vera tipica fiorentina, e che quindi non posso permettermi di fare paragoni, però devo dire che questa focaccia dolce mi è piaciuta moltissimo, soprattutto perché l’uva e lo zucchero semolato in cottura formano un sugo purpureo e appiccicoso, tremendamente buono, che va ad inumidire l’impasto lievitato. Io ho aggiunto anche un cucchiaino di semi di anice, che a mio avviso ci sta davvero bene. Da mangiare fredda, è ottima anche il giorno seguente.
La ricetta che ho seguito è quella di Marble, che pare essere la stessa contenuta in “Il libro della vera cucina fiorentina” di Paolo Petroni, come ho appreso qui e qui.
Ricetta della schiacciata con l’uva
sale
Come fare la schiacciata con l’uva:
Sciogliete il lievito di birra in un contenitore insieme all’acqua tiepida. Nella ciotola della planetaria mettete la farina, un pizzico di sale, 4 cucchiai di olio extravergine di oliva e 4 cucchiai di zucchero semolato ed impastate, con il gancio ad uncino e a bassa velocità, aggiungendo altra acqua se necessario ed eventualmente correggendo con un altro po’ di farina, fino ad ottenere un composto liscio ed elastico, non troppo consistente ma nemmeno troppo appiccicoso. Coprite e lasciate lievitare per circa 1 ora (io l’ho messo nel forno con la luce accesa).
Prendete circa 2/3 dell’impasto e stendetelo con le mani all’interno di una teglia (la mia era da 25 x 30 cm) rivestita di carta da forno, che avrete spennellato con un po’ di olio extravergine di oliva (così come si fa con una pizza per capirci), lasciando dei bordi di pasta alti. Cospargete con circa 700 g di uva da vino (con gli acini, come da ricetta) lavata e sgranata, 3 cucchiai di zucchero semolato e un giro di altro olio. Stendete adesso il terzo rimanente dell’impasto lievitato (potete aiutarvi anche con un mattarello, se preferite) in modo da formare un rettangolo grande come la teglia e coprite l’uva, ripiegando i bordi della sfoglia sottostante verso l’alto facendo attenzione a sigillare bene il tutto.
Completate cospargendo con l’uva e lo zucchero rimasti, un altro giro di olio e i semi di anice a piacere. Fate cuocere nel forno già caldo a 180° per circa 1 ora o fino a quando comunque noterete che la schiacciata appare dorata. Fate raffreddare prima di mangiare.
Abbinamento vino: Elba Aleatico Passito.